giu reviewed Meno di zero by Bret Easton Ellis
Lo scrittore della MTV Generation
5 stars
«Siamo diventati tutti insensibili»
Scritto nell'85, Meno di Zero è il primo libro pubblicato dall'allora ventunenne Bret Easton Ellis.
Privo di trama o di una storia da raccontare, Meno di Zero è una cronaca della vita di un gruppo di ragazzini americani degli anni '80, la MTV Generation a cui lo stesso Ellis appartiene.
La sua scrittura minimale, oggettiva, distaccata ma non per questo priva di profondità (il cartello stradale "Sparire Qui" che continua a comparire nella prima metà del libro ne è esempio lampante) si sposa perfettamente con i personaggi vuoti, stanchi e insensibili che seguiamo per duecento pagine scarse. Clay e i suoi amici, sempre che si possano definire tali, sono immersi in una società culturalmente vuota, dove tutto è già stato visto, vissuto e provato - emozioni comprese. Le loro vite sono segnate dalla convizione che non valga la pena vivere nulla perchè tutto è già stato …
«Siamo diventati tutti insensibili»
Scritto nell'85, Meno di Zero è il primo libro pubblicato dall'allora ventunenne Bret Easton Ellis.
Privo di trama o di una storia da raccontare, Meno di Zero è una cronaca della vita di un gruppo di ragazzini americani degli anni '80, la MTV Generation a cui lo stesso Ellis appartiene.
La sua scrittura minimale, oggettiva, distaccata ma non per questo priva di profondità (il cartello stradale "Sparire Qui" che continua a comparire nella prima metà del libro ne è esempio lampante) si sposa perfettamente con i personaggi vuoti, stanchi e insensibili che seguiamo per duecento pagine scarse. Clay e i suoi amici, sempre che si possano definire tali, sono immersi in una società culturalmente vuota, dove tutto è già stato visto, vissuto e provato - emozioni comprese. Le loro vite sono segnate dalla convizione che non valga la pena vivere nulla perchè tutto è già stato consumato, immersi nella loro apatia non hanno nulla da perdere e cercano in comportamenti autodistruttivi (dalla cocaina alla visione di snuff films) un'uscita da questo vuoto, da questa noia che il perseguita.
«E mentre l’ascensore ci porta giù, oltre il secondo primo, oltre il primo, ancora più giù, mi rendo conto che i soldi non c’entrano. Che quel che voglio è toccare il fondo».
Gente bellissima, ricchissima e vuotissima che, tra una striscia di cocaina e l'altra, sperimenta il deperimento sociale sulla propria pelle e, disperata, ricerca il "fondo" pur di provare qualcosa.